Via Paolo Fabbri 43 Rassegna stampa
da “ Il Sole-24ore” del 18/5/03
Non sono noti neppure a una cerchia ristretta di addetti ai lavori. Non propongono il loro spettacolo nel circuito dei grandi teatri, non godono di attenzioni da parte della stampa nazionale. Eppure Toni Mazzara e Stefano Dell’Accio con il loro Via Paolo Fabbri 43 costituiscono un piccolo caso sociologico perché così, senza clamori, quasi alla buona da ormai tre anni richiamano ovunque un vasto pubblico, composto soprattutto di giovani e giovanissimi, con code al botteghino, repliche aggiuntive e un’insolita partecipazione emotiva… (Renato Palazzi)
 
da “L’Unità” del 12/5/03
… strano, ingenuo, ma anche commovente spettacolo in scena al Teatro Matteotti … di fronte a un pubblico entusiasta di giovani … è, a suo modo un viaggio di formazione dentro recenti drammatiche vicende: due microstorie che si inseriscono nella grande storia, nelle tragedie, nei misteri del nostro paese, di un passato mai dimenticato …Via Paolo Fabbri 43 s’impone allo spettatore per la grande onestà, la capacità di far sorridere e pensare che sono la linfa vitale di questo testo interpretato con grande partecipazione. (Maria Grazia Gregori)
 
C'è un teatro «segreto» che si aggira per il palcoscenici italiani, seguito da pubblici spesso entusiasti … Un esempio sorprendente, … di questo teatro nascosto è Via Paolo Fabbri 43 … s'impone allo spettatore … per quella linfa vitale che lo percorre e che nasce dal bisogno di raccontare qualcosa che abbia senso ed eticità. Checché se ne pensi è proprio questo a colpire il pubblico più giovane e che ci spinge a fare nostro l'invito del grande Guccini ad andarlo a vedere. (Maria Grazia Gregori)
da " La Repubblica" di Martedì 11 Luglio 2000
… lo spettacolo sarà di quelli da non perdere. È un viaggio verso un sogno che sa elevarsi a sgomento. Racconta di un professore e di un suo allievo che, presi dal gioco fascinoso di un testimone da passare e ricevere, si imbarcano in una avventura strampalata a poetica a un tempo: andare fino in via Paolo Fabbri 43, a Bologna, dove abita Francesco Guccini, partendo da Torino, in tandem. Ciò che si conquista facilmente non è degno di un sogno. Siamo a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, col senno del poi. Qualcosa inizia, qualcosa finisce. Chi ne sa di più, l'allievo o il professore? Chi è che impara? Chi è che insegna? Il gioco comincia, ma il gioco della vita è assai più imprevedibile e spesso mastica i sogni.
 
da " LA STAMPA " del 9 Agosto 2000
...  Ed è questo incontro - vissuto o anelato - a divenire pretesto per raccontare generazioni ancora sospese tra voglia di cambiamento e i primi segnali di disillusione attraverso un ventenne e un quarantenne a confronto....
 
da " La Repubblica " del 5 Agosto 2000
.... lo spettacolo più stuzzicante e più "nuovo" di questa rassegna .... il viaggio diventa un pretesto per un amarcord nel passato recente anche se il finale, a sorpresa, sbaraglia le aspettative
 
da “LA STAMPA” – Ediz di Vercelli – 4/5/2001
…. “Via Paolo Fabbri 43” come il titolo gucciniano giocato tra ore liete che son volate mentre l’alba potrà essere come un pugno in faccia  ….
 
da “LA STAMPA” del 5/6/01
“… L’applaudito spettacolo che include pure un ripasso del canzoniere gucciniano e dei “luoghi belli” di una generazione, si conclude con un finale a sorpresa”
 
da “ La Repubblica” del 5/6/01
“… una storia inventata, raccontata con l’amabilità di un riso critico ….. Il viaggio è la scusa per cementare un’amicizia tra chi il Sessantotto l’ha vissuto e chi il Sessantotto già ignora. Ogni pedalata è una battuta, ogni frenata una risata. Toni Mazzara e Stefano Dell’Accio sono una coppia complementare irrefrenabile. Il pubblico ride come di rado si sente: è un riso schietto, senza volgarità, capace di rompere la storia raccontata e di sbeffeggiare le miserie dell’oggi”.
 
da “ DINAMO 2000” – Maggio 2001
…. Una strada, una casa, un mondo di parole e musica, ma anche di ideali, uno stile di vita, che ha infiammato i cuori di più di una generazione, che vedeva via Paolo Fabbri come un Eden metropolitano….
 
da “IL TIRRENO” del 14/12/01
… una storia raccontata per far ridere il pubblico, lasciandogli addosso quel pizzico di amarezza che porta a riflettere. … Bravi gli attori e indovinato il “ripasso” del canzoniere gucciniano. … Il pubblico ha riso ed applaudito cogliendo con la pelle d’oca il finale da “pugno nello stomaco” che riporta alla realtà, seppure amara, del gioco della vita.
 
da “IL SECOLO XIX “ del 12/1/02
…. riscuotendo alla prima di giovedì calorosissimi consensi. ….  Una sfilata di gag, spesso esilaranti. Si ride molto in questo “amarcord” dolce-amaro … La scommessa di “Via Paolo Fabbri 43” è vincente, sia per la vivacità attoriale di Mazzara e Dell’Accio, sia per l’intelligenza teatrale della parabola narrativa, sostenuta da graffiante comicità e penetranti spunti di riflessione.
 
da “ LA STAMPA “ del 12/1/02  - Edizione di Genova
Tornare indietro di vent’anni e portare una bella novità sulla scena teatrale italiana 2002. Equazione perfettamente riuscita a Toni Mazzara e Stefano Dell’Accio …  Grande calorosissima accoglienza da parte del pubblico genovese.
 
da “ IL CORRIERE MERCANTILE “ (Genova) del 12/1/02
… dato il successo oltre alla recita di stasera e di domani pomeriggio ne è stata aggiunta un’altra domenica sera alle 21. Nel personaggio del ragazzo, interpretato da Stefano Dell’Accio in modo davvero vivace e intelligente, prendono forma attraverso un testo ironico, divertente ma anche molto sottile le caratteristiche della sua generazione, ovvero una bonaria e ottimistica superficialità, apparente assenza di ideali, intolleranza verso il vittimismo nostalgico e la triste malinconia, Caratteristiche che si trovano, di contro, nelle canzoni di Guccini e nella psicologia del “prof” (Toni Mazzara) sensibile, un po’ introverso e ormai disilluso. Ma grazie al dialogo i due personaggi riscoprono la poesia nella banalità del quotidiano ….  Significativo è che la situazione sul palcoscenico, rifletta quella del numeroso pubblico in sala, composto per metà da chi il ’68 potrebbe averlo vissuto e per metà da chi se lo è fatto raccontare. Ancor più significativo è che tutti gli spettatori, ventenni e quarantenni siano come sintonizzati sulla stessa frequenza: sorridono alle stesse battute, fresche e di spirito, rievocano gli stessi ricordi, ormai patrimonio di una memoria storica collettiva, percepiscono l’urgenza del futuro e la nostalgia per il passato. Restano attoniti di fronte ad un finale inaspettato e sconcertante. E cantano sottovoce le stesse canzoni.
 
da “ Il Manifesto “ del 16/1/02
Bella l’idea di fondo, migliore la realizzazione in questo spettacolo tenero e un po’ feroce che evoca nottatacce in tenda e sveglie che non suonano ed è inutile arrabbiarsi perché “ chi dorme non prende pesci, ma prende i sogni” …. Un trascolorare di sentimenti che denuda, infine, un’amicizia vera …
 
da “ UERRE TEATRO REVIEWS “ – Gennaio 2002
… questo sussulto drammatico dà al testo, già pregevole per lievità e poesia, un taglio simbolico che ne fa un quadro dei bui destini di due generazioni: una che vede svanire i sogni di giustizia per i quali ha vissuto, l’altra cui è negato persino il diritto di sognare
 
da “ L’ARENA ” di Verona – del 27/11/02
Scandito dal ritmo ondeggiante di “Statale 17”, il viaggio di questi personaggi profondamente umani e allo stesso tempo significativamente rappresentativi di tutta una realtà sociale, è stato seguito dagli spettatori con molti appalusi e senza distrazioni. Tra raffiche di battute … e azzeccati commenti metamusicali simpaticamente ironici, la performance … si è dimostrata davvero notevole ed energica.
 
da “ BRESCIAOGGI ” di Brescia – del 13/2/03
“Via Paolo Fabbri 43” è uno spettacolo sincero, che parla miscelando dramma e comicità. Toni Mazzara e Stefano Dell’Accio sono una coppia assai credibile e affiatata; non gigioneggiano, non ammiccano, riuscendo a trasmettere momenti di verità a un pubblico che si è divertito e commosso e alla fine li ha salutati con un lungo e caloroso applauso
Motivazione giuria Ermo Colle
ERMO COLLE 2014
PREMIO DEL PUBBLICO A "GLI OCCHI DI LEONILDA"
 

Le motivazioni

La giuria dei critici condivide pienamente la scelta del pubblico:
Gli occhi di Leonilda di C.P.E.M. Teatro di/con Monica Bonetto, alla fisarmonica Matteo Castellan, possiede una bella costruzione drammaturgica intrecciando storie individuali e Storia, sapendo coinvolgere ed emozionare con una bella teatralità di narrazione, la musica ben inserita nel racconto, di gran efficacia la valorizzazione della fotografia, di notevole commozione il lascito della coppia di cui si racconta, per un paese, pamparatto, ricco quindi di molte immagini degli abitanti e di speciali saperi musicali.
Bravi!
 
Luigi Allegri, Gigi Dall'Aglio, Valeria Ottolenghi, Stefania Provinciali, Daniela Rossi